Nei territori che fanno parte del Parco regionale Taburno Camposauro si conservano e tramandano usi e tradizioni che testimoniano il perfetto legame che unisce da sempre l’uomo e la natura.
I moderni ritmi frenetici molto spesso portano a dimenticare questo grande patrimonio culturale ma, fortunatamente, in tutto il Sannio molte usanze secolari continuano a essere vive e, proprio per la loro genuinità e naturalezza, vengono considerate delle vere unicità. Una di queste la ritroviamo nella Piana di Prata del Monte Taburno dove, ogni anno, si rinnova il rito della “patata interrata”, una tradizione che permette di conservare i gustosi tuberi per diversi mesi e poterli utilizzare anche nei periodi più freddi dell’anno.
Le patate protagoniste di questo “rituale” vengono seminate nel mese di maggio e raccolte a settembre, a circa 1.000 metri di quota, dove il terreno di montagna fertile e asciutto consente di ottenere un prodotto dalla polpa dura e saporita. A questo punto, per la loro conservazione, vengono scavate delle buche profonde circa un metro e abbastanza larghe da contenerne 2 o 3 quintali.
Le patate vengono completamente avvolte nelle felci e poi ricoperte di terra tanto da creare una piccola cupola che chiude perfettamente la buca. In questo modo la protezione dall’acqua e dal freddo rigido è garantita fino a quando verranno recuperate. La pratica di interramento non solo consente di avere il tubero in tutti i periodi dell’anno ma conferisce al prodotto particolari caratteristiche organolettiche, in quanto acquisisce tutti i “sapori” e i “profumi” naturali della montagna.
La patata interrata è un ingrediente fondamentale della dieta territoriale ed è alla base di tantissime ricette tradizionali, dalla semplice “zuppa di patate” (che rappresentava il pasto principale dei contadini) ai classici abbinamenti con carne e peperoni per preparare la gustosissima “padellaccia”, fino ai più moderni e particolari accostamenti e cotture proposte dagli chef più famosi.
Grazie alle sue peculiarità, la patata del Taburno è la materia prima scelta anche per produzioni particolari, come la deliziosa marmellata aromatizzata con vaniglia e succo di limone e i crocchè dei Fratelli Salvo, famosi pizzaioli di San Giorgio a Cremano, elogiati anche da Davide Olzani, uno degli chef più influenti d’Italia.
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Alla scoperta dei sapori del Sannio