Sant’Agata de’ Goti è un comune italiano di più di 11.000 abitanti e ricade nella provincia di Benevento.

Situato alle falde del Monte Taburno, confina con la provincia di Caserta.
La città è così antica da essere citata nell’Eneide da Virgilio e all’interno di scritti del 343315 a.C che riportano avvenimenti della seconda guerra sannita.

Sant’Agata de’ Goti nel periodo dell’alto medioevo subì tutto il fascino dell’impronta architetturale romana, con cattedrali e affreschi unici ma che di lì a qualche secolo vennero deturpati e violentati fino alla totale distruzione dai normanni, i quali avevano la consuetudine di distruggere quello che loro consideravano inutile spreco di spazio.

Il periodo normanno fu quello che diede la forma a Sant’Agata de’ Goti che è a noi conosciuta anche oggi.
I Normanni furono i primi a sfruttare le cave di tufo presenti nel borgo, utilizzandole come cisterne, alcune delle quali visitabili ancora oggi.

Fu nel XIII sec che gli Angioini presero potere sulla cittadina e da lì una mutazione vorticosa e molto dinamica delle politiche ebbe inizio e durò fino al XVII secolo, quando famiglie patrizie provenienti dal Regno di Napoli, si interessarono alla zona e la fecero evolvere con la Ferriera.

Grazie all’integrità paesaggistica del centro storico e di come sono tenuti bene i circostanti borghi rurali, il comune di Sant’Agata de’ Goti è riuscito senza troppa fatica a guadagnarsi il soprannome di “perla del Sannio” e a ricevere la bandiera arancione del Touring Club Italiano diventando parte del circuito dei borghi più belli d’Italia.

Piena di cattedrali e di musei, Sant’Agata de’ Goti è una vera e propria roccaforte d’arte e di sapori, con tutti i suoi prodotti tipici tra cui spiccano l’olio d’oliva, la Falanghina, l’Aglianico e la mela annurca.